Checkup organizzativo per agevolare l’accesso delle imprese alla finanza: ruolo chiave della consulenza per la business transformation

IL CONTESTO

Un business plan può essere formalmente ottimo, ma se l’organizzazione non è in grado di sostenerlo, la finanza non investe. Per questo motivo può essere utile per tutte le parti in causa promuovere un checkup organizzativo preliminare, svolto da società di consulenza specializzate in organizzazione, processi e business transformation, a supporto sia dell’impresa sia degli investitori.

Questa sinergia permette di:

  • valutare la solidità interna dell’azienda;

  • identificare criticità nascoste che potrebbero mettere a rischio i progetti finanziati;

  • definire percorsi concreti di miglioramento operativo;

  • rendere finanziabili iniziative che, solamente con le proprie forze, le imprese faticherebbero a realizzare.

Questo articolo intende approfondire il tema con esempi operativi, casi tipici e una riflessione sul valore chiave del ruolo della consulenza.

Perché la finanza ha bisogno

di un checkup organizzativo

Gli investitori non analizzano solo numeri e previsioni: valutano affidabilità, governance, controllo dei processi e capacità esecutiva delle aziende.

Un investimento – credito bancario, aumento di capitale, ingresso di un fondo – può ritenersi sostenibile solo se l’impresa è in grado di:

  • gestire correttamente gli investimenti;

  • rispettare i piani di rientro o di rendimento;

  • garantire continuità operativa;

  • mantenere controllo su rischi, costi, flussi di cassa e tempistiche.

Un contributo fondamentale alle caratteristiche elencate è rappresentato da:

a) Solidità dei processi interni

  • procedure chiare e non basate solo sulla conoscenza tacita delle persone;

  • ·gestione dei ruoli definita, con responsabilità di processo e di risultato;

  • ·workflow di produzione e di servizio documentati e replicabili.

b) Governance e leadership

  • livello di delega e autonomia decisionale efficace;

  • meccanismi di coordinamento tra funzioni;

  • ·presenza o assenza di accentramento patologico.

c) Capacità di pianificazione e controllo

  • budgeting strutturato;

  • capacità previsionale e lettura dei dati;

  • gestione tempestiva degli scostamenti.

d) Cultura del miglioramento e orientamento al risultato

  • sensibilità alla performance;

  • orientamento ai KPI;

  • apertura al cambiamento organizzativo e tecnologico.

Senza questi elementi, anche un buon progetto rischia di restare un’idea sulla carta, difficilmente attuabile.

Il ruolo della consulenza organizzativa:

molto più di una semplice fotografia

Il contributo di consulenza non può limitarsi a “certificare” la situazione aziendale corrente alla data della verifica. Occorre entrare nel merito dei processi, esaminare e interpretare la strategia, valutare i rischi e costruire un percorso di miglioramento condiviso con la Governance dell’impresa.

Un contributo di consulenza efficace deve combinare tra loro vari fattori:

  • una metodologia di analisi strutturata;

  • il coinvolgimento di competenze trasversali (organizzazione, HR, operations, controllo di gestione, digitale);

  • l’esame delle esperienze pregresse nelle trasformazioni aziendali;

  • la neutralità, elemento particolarmente apprezzato in particolare dagli investitori.

Nel checkup è opportuno andare ad analizzare diversi aspetti relativi all’organizzazione e al funzionamento dell’imprese, quali ad esempio:

  • posizionamento competitivo nel mercato;

  • sostenibilità del modello di business;

  • rischi e opportunità;

  • struttura organizzativa (mappatura di posizioni, mansioni e competenze, collegamenti gerarchici);

  • capacità di gestire progetti complessi;

  • strumenti digitali utilizzati.

Il valore vero della consulenza è trasformare l’analisi in un piano di miglioramento credibile, con priorità, tempistiche e indicatori di efficacia.

Perché il checkup è utile

(talvolta indispensabile)

anche per gli investitori

Dal punto di vista della finanza, la società di consulenza organizza e rende leggibili gli elementi che spesso l’impresa fatica a comunicare in modo chiaro.

Questa attività presenta diversi vantaggi per gli investitori, tra i quali:

  • verificare la solidità dei processi e dell’organizzazione;

  • evidenziare punti deboli nascosti;

  • anticipare rischi di progetto;

  • valutare la cultura aziendale verso il cambiamento.

La consulenza, oltre a uno strumento preventivo, può diventare parte del meccanismo di monitoraggio, assicurando che l’impresa segua il percorso concordato in fase di concessione dei finanziamenti.

Il modello di collaborazione vincente

L’interazione tra i soggetti coinvolti nel processo deve fondarsi su un approccio chiaro e trasparente e prevedere i seguenti passaggi principali:

  • briefing iniziale con tutte le parti coinvolte (kick off attività);

  • programmazione delle attività in azienda (analisi documentale, osservazione diretta dei processi, interviste alle persone);

  • esecuzione delle attività;

  • elaborazione e restituzione delle conclusioni.

A conclusione delle analisi, può essere elaborata una roadmap di business transformation contenente, per esempio:

  • aree di intervento;

  • priorità;

  • investimenti organizzativi e digitali necessari;

  • milestone temporali;

  • KPI per misurare il progresso.

La società di consulenza può successivamente affiancare l’impresa nel:

  • reingegnerizzare i processi;

  • introdurre nuovi modelli organizzativi;

  • implementare sistemi gestionali;

  • formare il personale;

  • monitorare i risultati.

Un esempio operativo

Una PMI del settore metalmeccanico ha necessità di un prestito per automatizzare la produzione.

La banca interpellata valuta positivamente il progetto ma teme che l’azienda non abbia competenze interne per gestire un processo di automazione complesso.

L’intervento della società di consulenza si esplica attraverso:

  • analisi dei flussi produttivi e dei tempi di setup;

  • valutazione delle competenze tecniche interne;

  • creazione della RACI per la gestione del nuovo impianto;

  • definizione del piano di formazione tecnica;

  • individuazione dei KPI di stabilizzazione.

Sulla base delle valutazioni espresse dai consulenti e della roadmap costruita per l’evoluzione aziendale, la banca approva il finanziamento perché la consulenza garantisce che l’impresa sarà accompagnata nell’introduzione della nuova tecnologia.

Conclusioni

Il contesto attuale richiede alle imprese di attivarsi costantemente per assicurare la copertura di vari aspetti operativi:

  • investimenti tecnologici più complessi;

  • capacità di innovazione continua;

  • transizioni sostenibili (digitale, green, organizzativa);

  • maggiore trasparenza verso gli stakeholder.

Parallelamente, banche e investitori richiedono:

  • dati affidabili e aggiornati sistematicamente;

  • processi strutturati;

  • strutture composte da persone con competenze sempre aggiornate

  • governance evolute;

  • capacità di execution dimostrabile.

In questo quadro, la società di consulenza organizzativa assume un ruolo di facilitatore tra l’impresa che vuole crescere e la finanza che vuole investire in sicurezza.

La consulenza per la business transformation, in sinergia con il mondo della finanza, non costituisce un costo, ma un elemento determinante di affidabilità, crescita e trasformazione.

  Andrea Calisti

Business Transformation Expert


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